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Scritto sulla sabbia, Fausto Vitaliano

I romanzi seriali funzionano se hanno un personaggio forte su cui poter contare. Gori Misticò è uno di quei personaggi che garantiscono di tenere il lettore legato alla storia, con un filo sottile, impercettibile, robusto.

“Scritto sulla sabbia” è l’ultimo romanzo della trilogia che Fausto Vitaliano ha dedicato a Gori Misticò, carabiniere con un passato da infiltrato dell’anti terrorismo, un presente segnato dal ritorno nella sua Calabria e un futuro incerto e breve. Più breve, che incerto.

Il giallo scorre veloce, brillante e con un ritmo perfetto. Non è questo a stupirmi, perché fin dalle prime righe è chiaro che Vitaliano si muove nel mondo della scrittura come se fosse il suo habitat naturale, dimostrando una totale padronanza di tutte le armi migliori, che gli permettono di delineare uno stile personale e distintivo. Inizi a leggere e sai che è la storia di Misticò.

Ma in questo romanzo c’è qualcosa in più. Difficile da afferrare, figuriamoci da spiegare. Credo sia la delicatezza della scrittura, proprio nel momento in cui affronta alcuni dei temi più crudi: la malattia, le decisioni sul proprio destino, il tempo che scarseggia.

C’è una nostalgia struggente che attraversa ogni pagina, la nostalgia per un tempo che non potrà più essere. La nostalgia per i progetti che non potrà più realizzare, per il futuro che non ci sarà.

C’è la domanda eterna sul significato che assegniamo alle cose che facciamo, del perché decidiamo di rimanere al mondo. C’è l’idea che possiamo rimanere finché ha senso, e poi basta. Ma quel senso ogni giorno si trova, soprattutto se sappiamo di doverlo trovare per avere un motivo di restare.

Ecco, inizi a leggere un giallo e scopri che stai leggendo qualcosa di diverso. Perché in realtà la divisione in generi serve soltanto per mettere in ordine la libreria e per fare del marketing editoriale. Nella vita vera, quella dei lettori, esistono solo la storia, i personaggi e la voglia di raccontarli.

Io sono felice di aver conosciuto Gori Misticò, mi sembra quasi di averlo accompagnato per un pezzo di strada, come si fa con gli amici. Sono felice anche di aver conosciuto Fausto Vitaliano, uno che se gli chiedi la firma sul libro porgendo una penna quattro colori, saprà sfruttare in pieno tutti e quattro i colori. Perché gli scrittori sono così.

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